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giovedì 19 settembre 2013

Dopo tanto tempo

Quanto tempo.. ammetto che non c'è un motivo preciso sul perchè sia qui, su questo blog, a scrivere un post che forse non avrà il minimo senso. E' come tornare indietro, come tornare in quel sogno di tanti mesi fa che sembrano così lontani. Si è come se fosse stato tutto un sogno e me l'aveva detto Geene "appena tornerai, dopo solo un giorno, ti sembrerà stato un sogno essere stata qua, noi e la vita americana". Mi mancava scrivere questo blog, lo ammetto. E' come mettere in ordine le idee, i pensieri, i ricordi.. scrivendoli sono un'altra cosa, non rimangono li astratti, confusi, per poi essere rimessi in un cassetto dentro la mia testa. Non l'ho mai riletto questo blog, ve l'ho mai detto?! Non rileggevo mai nenache il post subito dopo averlo scritto, mai. Il perchè?! Non credo ci sia.
Mi manca l'America. Vorrei tornarci, a volte penso come sarebbe rivedere tutti. Ho pure fatto un sogno, dove c'era Maria che mi diceva che ero ingrassata. C'era anche Illyssa con il suo fidanzato. Era strano rivederli. Era strano sentirmi chiamare "Fedi". Ammetto che non li sento molto, ma mi ritrovo a guardare le loro foto su istangram e di conseguenza ci penso. Del tipo che avrei iniziato scuola già i primi di Agosto, sarebbe già un mese. Taylor mi ha detto che drama non è la stessa cosa senza di me. Mi manca dottor Page e le sue lezioni. Se ci penso mi viene il magone, sarà anche che oggi sono particolarmente giù di morale. Ero in America e mi mancava tanto essere qui, ora il problema è stare qui. Essere a casa ma non sentirsi a casa.. voglio dire camminare tra le strade, stare con le persone con cui sei cresciuta, essere in un ambiente che è famigliare... tutto uguale a prima ma che vedi completamente diverso. No forse tutto uguale ma IO diversa. Ecco credo sia la conclusione migliore. Come se avessi altri occhi, vedessi tutto in un altro modo. Credo di aver capito a pieno la frase "sentirsi come un pesce fuor d'acqua".
Non mi sono mai pentita di questa esperienza, anche se molte persone la stanno mettendo in discussione. Per questo dico "No, non è colpa dell'America". Chi vuole capire, capisca.

Un anno fa sapevo già come doveva essere il post finale, che specifichiamo non è questo post.. non ho mai avuto il coraggio di scriverlo. Concludere questo percorso, mettere un punto. E' come disfare le valigie. Come disfare il beauty case, che difatti è sempre stato ed è tutt'ora in bagno intatto. Come il "the end" alla fine dei film disney, che mi facevano salire la malinconia. Scrivere il post finale significa che è davvero finito. Ed è finito tutto oramai da più di tre mesi. Chiudere questo blog.. oramai mi ero affezzionata. E' stato parte di me per tanti tanti mesi. Un compagno di viaggio, di risate, di sorrisi, di gioie, di piccole soddisfazioni, di paure, di lacrime, di sconforti. E sono contenta di essere stata di compagnia per tanti di voi che mi avete letta e seguita, mi rende davvero felice leggere i messaggi che mi scrivete ancora ora dicendomi quanto questo blog vi abbia appassionati. Quindi ancora grazie.

Tornare è stato rendersi conto che ora bisogna veramente concentrarsi per il futuro, questo che mi spaventa. Ora che farò? Maturità, università, lavoro. Non c'è più la scusa "i don't understand". (Strammatiziamo).
Insomma scrivere il post finale è come dire "Occhei Fede abbiamo finito di giocare.. ora devi faticare". Mi speventa di più un colloquio con il mio professore, senza fare nomi, che ripartire per un anno in chissà quale posto nel mondo. Veramente ho preso l'ipotesi di ripartire.. chissà. Perchè stare sempre in un posto?! Che noia ahah

Viaggiare è bello. Come è stato bello aprirsi a questa esperienza. Mettersi in discussione. Tutti mi dicono che ho fatto qualcosa di incredibile e difficile, non da tutti. E' vero, non è stato facile, ma non credo neanche sia stata un'impresa così grande. Perchè quando è il tuo sogno, gli ostacoli li vedi più piccoli, sei pronto a combattere. Ricominciare.. le persone in un posto nuovo ti conoscono per quella che sei ora, non per quella che sei stata, non per il tuo passato. Non hai un'etichetta, quella che invece hai nel posto in cui sei cresciuta e che ti devi tenere. Il passato non te lo sbattono in faccia, in un posto nuovo ti conoscono e basta. Ora non è tanto ricominciare di nuovo, ritornando devi semplicemente riprendere ciò che hai lasciato. Magari devi correre un po' per rimetterti alla pari, ma le cose sono le stesse, le persone sono le stesse e tutto è come prima. Devi riprendere, con la consapevolezza che gli altri ti vedranno sempre per la persona che eri, quando invece tu sei consapevole di quanto sei cresciuta. Devi semplicemente riprendere ma tenendoti stretto l'essere stato exchange student. E io mi sentirò per sempre exchange student.

venerdì 7 giugno 2013

Benvenuta.

Questa esperienza non poteva non concludersi in maniera diversa e meno traumatica! Io e gli aerei non andiamo d'accordo e non potevo non avere problemi.. Vi ho lasciato che ero in Washington dc. Sono salita sull'aereo e effettivamente mi sembrava tutto irreale che fossimo puntuali e senza nessun problema. Difatti abbiamo aspettato sull'aereo due ore emmezza se non tre. Da quello che ho capito era che non volevano fare benzina, fa ridere come cosa ma in quel momento ero molto nervosa! Avevo la coincidenza a zurigo con l'aereo per Milano, ed avendo un'oretta per cambiare sapevo che l'avrei perso. Questo mi irritava parecchio! Finalemte dopo un periodo sembrato eterno siamo riusciti a partire. Non ho dormito neanche un'oretta, ci ho provato ma sarà stata l'agitazione, l'adrenalina, l'ansia.. non ne ho idea, ma nonostante fossi stanca non ho chiuso occhio. La mia vicina di posto era strana.. era una signora abbastanza in carne, che si addormentava ogni cinque secondi. Mentre mangiava si addormentava, cercava qualcosa nella borsa e si addormentava. Poi russava, ma tipo maialino ogni tanto! Una volta si è pure svegliata di colpo dopo aver tipo "ruggito" dicendomi "ahaha questo era bello forte, te l'ho detto che russo!". Ahaha morivo! E comunque ogni cosa che succede ha un suo perchè. ahah No scherzo, però insomma non sono stata poi così dispiaciuta di averlo perso questo aereo. C'era questo ragazzo e scendendo poi dall'aereo ho sentito che parlava italiano e allora ho detto quale scusa migliore per conoscerlo, anche perchè almeno se fosse dovuto andare a Milano non ero da sola! Così gli ho chiesto subito se doveva prendere l'aereo per Milano e da li abbiamo girato TUTTO L'AEREOPORTO DI ZURIGO!
Uno è grandissimo,
due disorganizzatissimo,
tre non capivamo il loro "inglese",
quattro ci continuavano a mandare da una parte all'altra,
cinque il caffè espresso costa troppo e fa schifo!
Però ci siamo divertiti alla fine, abbiamo chiacchierato un sacco (era anche lui exchange student in Georgia). E come ci siamo detti tra noi ci siamo salvati a vicenda, perchè penso che se fossi stata da sola non sarei mai arrivata in Italia! Mi ha appunto offerto il caffè, che tra l'altro due li ha pagati nove euro.. e mi ha pure portato la valigia quando dovevamo fare le scale! Infatti gli dicevo due minuti che ti conosco e già ti faccio lavorare! ahah Ah tra l'altro era un giorno sfigato.. perchè ho perso anche il biglietto aereo del volo cambiato! Cioè ci abbiamo messo un'ora emmezza per trovare il posto dove cambiare il volo e dopo mentre prendevo il caffè mi sono accorta che non avevo più il biglietto. PANICO! Così ho dovuto ricorre dall'altra parte dell'aereoporto per farmene stampare un'altro! Assurdo! Ci siamo anche seduti vicini durante il volo per Milano.
Guardate che carino che era l'aereo! ahaha
I dieci minuti dell'atterraggio sono stati da infarto.. ero completamente nervosa e ansiosissima! Non ci credevo, stavo atterrando in italia e da li a dieci minuti avrei rivisto i miei genitori, mia zia e la mia migliore amica! E poi sapevo, che una volta arrivata sarebbe davvero finito tutto, avrei davvero lasciato tutto alle spalle e sarebbe tutto sembrato un sogno. Già sentivo troppo lontana l'america, i miei host parents, i miei amici, gli americani e tutti questi dieci mesi. Tutto come un sogno, tutto già un ricordo lontano, il passato. Eppure era solo un giorno.. non sapevo se mi sentivo felice e esaltata, o triste e spaesata. Volevo ma non volevo. E la domanda era "sono già passati dieci mesi?". Si sono arrivata al traguardo che tanto sembrava difficile arrivarci, a volte così lontano a volte troppo vicino. Ho passato tanti mesi e giorni sperando di essere in quei dieci minuti che mi separavano dal vedere la mia famiglia, al ritornare alla vita reale e in quel momento sarei voluta scappare e tornare indietro.

Vedere tutti poi è stato tutto così confusionario. L'adrenalina mi ha fatto parlare a raffica tutto il giorno, non smettendo un secondo. Urlavo, saltavo.. diciamo che non ho capito nulla. Non che ora ci capisca ancora qualcosa. Sembra così tutto irreale. Non riesco a capire se è normale, se sta succedendo davvero, se è strano oppure no. Insomma non ho ancora avuto il tempo di pensarci, di metabolizzare. Qui è tutto molto più piccolo e stretto. Sembra che non ci sia tempo di fare nulla, le cose da fare si sono moltiplicate e c'è TROPPO TRAFFICO, TROPPE PERSONE, TROPPE MACCHINE! Ma come cavolo guidate voi italiani?! ahaha Adesso a parte gli scherzi, è tutto troppo piccolo e concentrato qua, confusionario. Manca l'america.. mi manca tanto. Ho già avuto qualche momento out.. mi veniva da piangere e dicevo "voglio tornare indietro". Forse è anche la stanchezza, il fatto che sto buttando tutto fuori ora, sarà anche il sentirmi spaesata. Diciamo che penso spesso al "ma in america.." "ora in america..", nonostante sia bellissimo rivedere tutti paragono molto italia e america. "In america si fa così, in america avrei fatto..". E' che mi sento ancora fuori, come quando da fuori guardi dentro ad una finestra di una casa e vedi tutto ciò che succede dentro.. la felicità, il nervosismo, senti le voci, le emozioni, capisci le situazioni.. ma non le senti tue. Non so spiegarmi, forse è qualcosa di incomprensibile. Secondo me ancora non ho capito cosa sta succedendo, cosa è successo. Questa è la conclusione!

La valigia l'ho svuotata ieri, cosa che ha significato è davvero finito tutto. Tra l'altro ho lasciato i beautycase intatti e poi ho realizzato, ma ora posso mettere le cose a posto.. cioè la mia idea era un po' come dire "dovrò ripartire". Invece no ora sono qui per restare. Cioè non c'è più il pensiero "dovrò tornare a casa..". Questa è casa mia, ma è sempre come sentire che ho un'altra casa. Un'altro posto da chiamare casa.

Le cose successe sono milioni. Ma quante cose avrei da dire?!
L'emozione di vedere mamma e papà è indescrivibile. Li ho visti li, li ho abbracciati ed è sembrato come non averli mai lasciati. Li ho sempre sentiti con me, il loro appoggio e sostegno. Vedere mia zia, salutarla e abbracciarla. Anche vedere la mia migliore amica.. vi giuro non so dirvi come è stato. normale o strano.
Arrivata a casa c'era mio fratello e gli ho citofonato. Sono corsa dentro e l'ho abbracciato. Tra l'altro è cambiato un sacco ed è più alto di me! Mi hanno pure preparato un cartellone con scritto "bentornata Fede!". Da li a pochi minuti sono iniziati ad arrivare tutti e non ho più capito nulla. Parlavo, saltavo, urlavo! Sopratutto parlavo perchè non ho smesso un secondo!
Alla sera abbiamo fatto una grigliata tranquilla io, mamma, papi, fili e mia zia. Avevo richiesto il pesce e l'insalta! Ho anche soffiato le candeline per i miei diciotto!

Ieri sera ho avuto una sorpresa dai genitori della mia migliore amica, che io chiamo host parents italiani, visto che mi hanno adottata da anni oramai! Che bello rivederli! Abbiamo cenato, poi la nonna Gabry mi ha portata i fiori, sono arrivati gli zii con le bimbe e infine mi hanno portato la torta! UNA SORPRESA BELLISSIMA!



E quindi oramai sono qua, tra tutte le persone della mia vita, che amo e che mi fanno sentire a casa, tra loro. Mi sento davvero fortunata, perchè mi accorgo di quanto amore ho accanto a me. Che ci vuole tempo per riabituarmi è normale perchè dieci mesi sono comunque passati, anche se volati. Però è ora di ricominciare e ritornare a quella che è la mia vita italiana.

lunedì 3 giugno 2013

in viaggio.

Vi scrivo direttamente dall'aereoporto di Washington dull, fortunatamente qui c'è il wifi quindi posso aggiornarvi in diretta e, diciamocelo, passare un po' il tempo. Sono arrivata con la pioggia, il cielo è grigio e non mette allegria. Speriamo solo che non mi cancellino il volo!
Volo Oklahoma city fino a qui è andato tutto bene, eravamo in orario e ho dormicchiato ascoltando musica. Cosa che farò per le prossime ore. Rilassiamoci un pochino.
Non ho voglia ne di parlare, ne di vedere nessuno. Mi sento così strana dentro di me, un misto di emozioni che non riesco a distinguere. E' dura, non pensavo fino a questo punto. E' dura lasciare tutto così, alle spalle. Prendere un'aereo con la consapevolezza che forse non si tornerà più indietro, e se succederà non sarà mai con queste emozioni, con le stesse dell'arrivo, con le stesse emozioni da exchange student. Ogni minuto che passa mi sento così fortunata ad avere avuto questa occasione e persone che mi hanno sostenuta fin dall'inizio, senza esitazioni. Sono fortunata perchè ho sentito e sento queste emozioni. Sono fortunata perchè ho una seconda casa che è ad Anadarko e anche se lontana un'oceano sarà sempre dentro di me.

I saluti sono stati veloci e troppo pieni di tristezza. Abbiamo pianto tutti e tre stretti in un unico abbraccio. Vederli li insieme, come quando ero arrivata, all'ingresso salutandomi è stato straziante. Mi hanno detto che sono stata la migliore exchange student e non c'erano altre parole. A volte bastano più mille sguardi e un forte abbraccio per dirsi tutto. E più ci penso che da ora in poi sarò senza di loro, più sembra così irreale e strano. E non posso che aspettare che passi, perchè l'aereo è partito e la mia esperienza si sta concludendo.

E' davvero tutto quasi finito.

appena prima di partire

meno tre ore e cinquantacinque minuti.
 
"Ma ne valeva la pena rischiare tutto.. o no?" Ne valeva la pena. Ne valeva la pena di mollare tutto, prendere e buttarsi nel vuoto, senza sapere come sarebbe andata, con tante aspettative e con un unico sogno. Ne valeva la pena. Le difficoltà, i pianti e la solitudine rendono ancora più bello questo traguardo. Arrivare e dire ce l'ho fatta da sola, con le mie forze, ho superato i miei ostacoli, ho stretto i pugni e lottato. Ce l'ho fatta. Io dovevo partire, ne avevo bisogno. Ora mi conosco meglio, ho riscoperto me stessa, so i miei limiti e dove invece posso arrivare. Ho imparato a capirmi, ascoltarmi e sopratutto a farmi compagnia, dentro di me. Ora sono più sicura di ciò che sono, mi sono ritrovata.. riscoperta. Ed è bello.
Perchè partire e andare via un anno? Questa è una domanda molto frequente che mi hanno fatto e sinceramente non c'è una vera e propria risposta. E' un sogno che non tutti capiscono o nel mio caso più un bisogno personale. Uscire finalemnte dal nido, mettersi alla prova e scoprire il mondo, una realtà diversa, pensieri diversi, modi di fare, di vedere il mondo. L'aprirsi a cose nuove diverse da noi. Tutti mi dicevano "è un'esperienza che ti cambia". Lo ripetevo anche io, ma non ci ho mai creduto davvero. Sotto sotto mi chiedevo come possono dieci mesi cambiarti totalmente? Si ti cambiano, credeteci. Questa è l'esperienza che mi ha fatto riscoprire tanti lati di me che prima non conoscevo. E' una sfida e dopo tutti questi mesi posso dire che è stata la scelta migliore della mia vita. Vivere e scoprire un'altra cultura, altri modi di fare non è facile, tante volte mi sono chiesta "ma come stanno messi questi americani?!". Mi ricordo la prima volta arrivata nel mio piccolo paesino in Oklahoma ho pensato "ma dove sono finita?!". Dalla grande città di Milano a un paesino in mezzo al niente, il vero paesino del film west. Mi ricordo ancora dopo il primo giorno di scuola che ero tornata a casa piangendo allarmando mezza italia, con il pensiero fisso che la scuola era fredda e buia e non avrei resistito altri dieci mesi. E l'avere troppo tempo per me stessa, per poter pensare era come fastidioso. Ed ora invece piango perchè devo lasciare tutto questo.
Non ci credo ancora che sono arrivata a questo traguardo, che ho finito questa esperienza. Troppi ricordi tutti da mettere in valigia e portarseli sempre con se. Tanti sorrisi, tanti sguardi, tanti abbracci, tante risate da ricordare. Non dimenticherò niente e nessuno.
Non ci credo ancora che è davvero ora di prendere le valigie e ritornare, dire goodbye a tutte queste persone che per dieci mesi hanno fatto parte di questa esperienza, sono cresciute con me. Sono la mia esperienza.
Non ci credo ancora che tra qualche ora rivedrò i miei genitori e tutti quanti.
Non ci credo ancora che da oggi in poi sarà tutto diverso. Sarà strano non svegliarsi come ora in questo letto, scendere e fare colazione con il caffè americano. Trovare Geene seduto sul divano e battergli il cinque. Sarà strano non sedermi nel mio posto sul divano, non guardare la tv in inglese. Sarà strano il non sentire scricchiolare il pavimento sotto i piedi, il dover sempre riempire la caraffa d'acqua, il poter andare in giro in ciabatte e calze per la città. Sarà strano non avere l'aria condizionata a manetta ovunque, l'acqua gratis al ristorante, bere sempre con la cannuccia e il ghiaccio. Sarà strano tornare a dire grazie, invece che thank you, ciao invece che hi. Sarà strano ritrovarsi a casa.. che oramaia per me casa è anche qui. Mesi e mesi passati a sperare questo giorno, al voler tornare a casa ed ora l'unica cosa che vorrei è che il tempo si fermasse e mi desse più tempo per respirare le ultime ore qui. E' stata dura.. Difficile abiuarsi ad una vita così diversa. Oklahoma che per me ora è casa, è nel mio cuore. Anadarko con le sue case in rovina, il cinema da due sale, le strade vuote e il niente da fare. La semplicità che c'è qui. Mi mancherà tutto. Ma questo era previsto, devo tornare e tenermi stretta nella memoria ogni giorno passato qui. Ne valeva la pena di lanciarsi, ricominciare da zero e viversi questi trecento giorni migliori della mia vita. Ma non solo perchè mi sono divertità, perchè ho visto cose e vissuto sopratutto cose che solo noi exchnage students abbiamo la possibilità di viversi.
 

meno tre ore e ventisette minuti

"E così arriva il giorno della partenza; quando meno te lo aspetti ti precipita addosso e ti trova impreparato. Lo avevi tanto desiderato questo momento, ma quando arriva si riempie dei colori della tristezza e gli occhi si velano e si fatica a respirare, a sorridere, ad ingoiare. Si vorrebbe avere ancora qualche giorno a disposizione per poter fare le ultime cose e dire le ultime parole per ricostruire le ultime relazioni. Invece bisogna fare le valigie e chiudere. E dentro le nostre valigie ci infiliamo tutto quello che in questi mesi abbiamo vissuto, sofferto, condiviso. Guardiamo la stanza per l'ultima volta, poi gli occhi scivolano sui volti di quei compagni e c'è troppo poco tempo per poter ripassare i tanti giorni trascorsi insieme. Questo tempo, tiranno, che alcune volte sembra eterno, ora scivola via rapidamente e non c'è più tempo per niente e per nessuno. Si esce dalla camera, si esce dalla casa, si esce dal cancello, davanti la strada piena di incognite, dietro dolori e gioie che si allontanano. Torneranno forse, a tenerci compagnia, ma avranno la consistenza dei sogni e presto i colori si deterioreranno e tutto finirà nel cassetto dei ricordi per ritornare quando meno ce lo aspettiamo a riempire, anche a distanza di anni, i nostri occhi di lacrime. Per chi resta la persona continua a vivere dentro i luoghi e gli spazi, per un po' si continua a sentirne la voce, i passi, la risata. Qualche volta ci sorprendiamo di ritrovarne gli occhi o di rivederla muoversi, comparire, allontanarsi."

domenica 2 giugno 2013

299 days

299 days. 299 giorni e ne rimane solo uno.. neanche qualche ora qui. E' l'ultima sera nel mio letto, in questa camera, tra queste mura, in questa casa. L'ultima notte in Anadarko. Dire che è volato è scontato, come è scontato dire che sembra ieri di essere arrivata. Sono nella confusione più totale e forse inizio a realizzare un pochino di più che sto lasciando tutto questo. Che sono ad un passo dal traguardo, un passo all'arrivo. Quell'arrivo che ho tanto desiderato a volte. Un punto d'arrivo o forse solo un punto d'inizio. Un'altro inizio. Mi soaventa tornare, mi spaventa un po' questo futuro.. è come tornare alla realtà, dover fare i conti con la vita reale. Insomma la maturità, l'università, le scelte per il mio futuro. Spaventa il rivedere tutti, il ritrovarsi circondata da facce conosciute ma allo stesso tempo sconosciuto, forse perchè cambiate. 299 giorni mi separano dall'italia, da come era la mia vita. Ed io sono cambiata, tanto. Ritrovo una Fede diversa, cresciuta sicuramente, ma più consapevole di se stessa. 299 giorni sembrano tanti. Troppi ricordi che ora fanno venire la malinconia. Mi sento così legata a questo posto, a queste persone e non mi ero accorta di quanto mi stessi affezionando. E' difficile vedere la mia vita lontana da qui, senza Eugene e Anita, senza i bus gialli fuori casa, senza le mie abitudini, senza tutto ciò che per me è quotidianità. E continuo a ripetermi.. come farò senza Eugene. Ho paura di laciare tutto questo, perchè quanto tutto questo sarà finito sarà finito. Non sarà più come prima. Lascierò tutto e chissà per sempre. Chissà se rivedrò qualcuno, se tornerò di nuovo.. ma non sarà mai come prima. Ci sono i ricordi, questo fa parte del pacchetto. Si piange all'andata e si piange al ritorno. Ad un passo dall'arrivo posso dire che mi manca già tutto.


e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore larghe e vuote di un'estate di città accanto alla mia ombra nuda di malinconia. Io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento e dentro a un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai.. strada facendo vedrai che non sei più da solo strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore, vedrai

 
Oggi ultimo giorno in Anadarko, era una giornata davvero bello. Sole e vento, non troppo caldo.. insomma perfetto. Ho finito le valigie, finalmente. Dovrebbero essere sotto i 23 kili, speriamo! A mezzogiorno Anita ha cucinato la pizza ed era davvero buona, abbiamo anche preparato PIE alle fragole perchè volevo imparare a cucinarla prima di tornare a casa. Il pomeriggio l'ho passato tra valigie, pulizie varie e doccia. Alle quattro sono arrivati Geene e Allyson e sono rimasti da noi a cena. E' arrivato anche un loro amico. Io ho cucinato la pasta al pomodoro, Anita ha preparato gli aperitivi a base di varie verdure, mozzarella, pomodoro e prosciutto. Vi suona un po' cena all'italiana?! Tra l'altro ha preparato anche il gelato alla vaniglia da mangiare insieme alla pie. Eugene insisteva per avere il gelato alla banana, quanto mi mancherà.. Vi giuro non posso pensare di doverlo lasciare. Insomma abbiamo cenato tutti assieme. Alle sette è arrivata Debby con Terry perchè hanno voluto portare da Brums a mangiare il gelato, che non ho preso , mentre uscivo. Ho dovuto dire arrivederci  ad Allyson, Eugene e il loro amico mentre uscivo. Non è facile salutare, sopratutto se li vedi con le lacrime agli occhi. La frase è arrivederci ci vediamo presto. E' un po' come tamponare questa tristezza. Comunque io Debby e Terry siamo stati mezzoretta assieme e poi mi hanno riaccompagnata a casa. Abbracciargli e dire goodbye, ancora, mi ha fatto piangere. Arriverò in italia senza lacrime.

Non voglio andarmene..

sabato 1 giugno 2013

una giornata perfetta.

CHE TEMPO MERAVIGLIOSO OGGI! Cielo sereno, zero umidità, sole e venticello, temperatura perfetta. Insomma un inizio di giugno perfetto! E poi è stata una giornata meravigliosa perchè io e Eugene siamo andati a farci il nostro famoso giro "Route 66" che è da una settimana che rimandiamo. Siamo partiti alle nove e abbiamo raggiunto Red rock canyon. Prima tappa del nostro tour per l'oklahoma. C'erano un sacco di persona a fare campeggio, c'era anche la piscina. Era davvero interessante il paesaggio con queste grandi rocce rosse.
Il giro non è durato molto e ci siamo spostati verso ROUTE 66, the mather road.
Ci siamo fermati subito in questo Casino, dove c'era il ristorante Route 66. Era troppo americano, troppo da film! 

C'era anche un negozio di souvenir e Eugene mi ha comprato un Teddy bear. L'ho chiamato Geene, non oso immaginare come farò senza di lui. E' stato davvero un punto di riferimento e mi mancherà troppo, non posso dire altro. Mi mancherà, più di tutte le altre cose. Sarà tutto diverso.











E infine abbiamo percorso la famosa e storia route 66. Ovviamente ci siamo fermati prima, moolto prima, di arrivare in California! ;)








Chiacchierando come nostro solito, spiegandomi e raccontandomi la storia dell'Oklahoma, siamo arrivati dove lui ha frequentato il college. Poi c'è venuta fame e siamo andati in un ristorantino "Steak house". Infatti abbiamo preso una grande bistecca per uno, anche se non era un granchè. Dopo una bella mangiata di nuovo in macchina e siamo andati in direzione Farm, perchè Eugene doveva accendere l'acqua calda visto che sua sorella sarebbe arrivata nel pomeriggio per stare qui alcune settimane. Prima però ci siamo fermati in una struttura dove lavorano il cotone. Era un'amica di Eugene e mi ha regalato degli orecchini fatti di cotone e ci ha spiegato come avviene il processo per la lavorazione. E' stata davvero gentile!
Dopo essere stati alla farm, che ricordiamo è la casa dove è nato, siamo andati da Mers per avere ice cream con pie. C'era UN'ORA DI FILA ! Quindi abbiamo optato per mangiarlo nel posto dove siamo stati due giorni fa anche con Anita e i due exchange students. E così ci siamo goduti il nostro dessert.

E infine siamo tornati a casa. Verso le sette è arrivata sua sorella e siamo stati tutti a parlare in soggiorno, per poi una volta andata via guardato la tele. Anita mi ha pure regalato un braccialetto fatto a mano di perline rosse e azzurre. Bellissimo!



TORNADI

VENERDì 31 MAGGIO
(DOVEVA ESSERE PUBBLICATO IERI)

I tornadi continuano a dare problemi, non ci lasciano in pace. Oggi è stato terribile, c'erano cinque o sei tornadi in giro per l'Oklahoma lasciando tutti con il fiato sospeso. Strade allagate, città senza corrente, già alcuni morti. Dalle quattro fino ad ora, anche se già stamattina avevano detto che dalle tre in poi sarebbe stato meglio tornare a casa. La fortuna è ancora dalla mia parte, Anadarko non ha preso neanche la pioggia.

Oggi è stata una giornata tranquilla. Ho finito la prima valigia e iniziato a fare la seconda. Devo solo fare l'ultima lavatrice e infilare gli ultimi vestiti. A mezzogiorno abbiamo raggiunto David e sua moglia al ristorante messicano e ci hanno offerto il pranzo. Abbiamo chiacchierato ed è stato un bel pranzo famigliare. Poi io e Anita siamo andate al Walmart e ho comprato gli ingredienti per preparare la cena domenica.. l'ultima cena. Pasta al pomodoro, mozzarella e pomodori, prosciutto e ci devo ancora pensare. Mi sono guardata un film, mentre David dormiva. Ci sono poi stati i saluti, essendo l'ultima volta che li vedo. Mi venivano le lacrime..

E' venuta a trovarmi Taylor a casa e siamo state un pochino assieme fuori nel parco giochi che c'è davanti a casa. Forse se riusciamo ci vediamo ancora domenica. Vedremo (:

E stop, ecco tutto (: